Come comportarsi con un monaco buddhista?
Assai spesso accade che alcune persone interessate alle attività del Tempio ripetano a noi Deshi la stessa domanda:
“Non ho mai incontrato un monaco: come ci si rivolge a lui? Ci sono cose da evitare assolutamente?”
Altrettanto spesso le persone sono confuse dal profondo rispetto che traspare nel modo di porsi degli allievi del Tempio o degli asiatici, la cui cultura è ben permeata dall’attitudine reverenziale verso la figura monastica; il nostro modo di porci nei confronti del maestro non è assolutamente volto a “scimmiottare” le maniere asiatiche, quanto a riscoprirne e rispettarne le radici e le ragioni, oltre che a fare anche dell’etichetta uno strumento di pratica.
Partiamo dalle basi: la sfera fisica e dello spazio personale. Difficilmente vedrete qualcuno dare una pacca sulla spalla o un abbraccio ad un monaco, e questa è una forma di rispetto molto elevata, in quanto il contatto fisico, oltre a tutte le sensazioni ed illusioni collegate a questa radice, non si addice al rapporto tra laico e monaco, la cui vicinanza dev’essere sostenuta solo dall’ascolto reciproco e dalla compassione.
La ragione risiede proprio nell’evoluzione storica della relazione tra comunità laica e comunità monastica: i laici provvedono ai bisogni materiali dei monaci, con le offerte di cibo ad esempio, mentre i monaci offrono supporto spirituale, morale e, in una certa forma, grazie agli insegnamenti del Dharma, un vero e proprio sostegno “psicologico”.
Partendo da ciò, però, non bisogna esagerare! Spesso accade che qualcuno, rendendosi conto di questa particolarità del non toccare i monaci, si allarmi pensando: “che figuraccia! Mi sono presentato dandogli la mano!”.
Naturalmente, i monaci sono ben consapevoli del contesto socio-culturale in cui si trovano, e certamente non la vedranno come una mancanza di rispetto! Ciò non toglie che, una volta informati sul corretto modo di porsi, è bene adattarsi!
Altro aspetto importante sono i pasti: anticamente, i monaci mangiavano in tempi e luoghi separati dai laici, proprio a rafforzare l’importanza e la sacralità del rapporto spirituale rispetto a quello più conviviale del pasto.
Ad oggi, con l’evoluzione dei tempi, quest’usanza sta venendo meno, ma rimane, come forma di grande rispetto, l’usanza di:
- servire bevande e cibi sempre prima ai monaci
- aspettare che essi diano inizio al pasto
Il momento del pasto è oggi al Tempio un momento di grande scambio conviviale, che suggella lo stretto rapporto tra le due comunità.
È inoltre bene, per adattare la nostra lingua alla cultura più orientale, dare del “Lei” al Maestro ed ai monaci, come forma di profondo rispetto.
Buona pratica!
Nel Sangha
I Deshi del tempio Tenryuzanji